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LA PREVINDENZA: UN FUTURO CHE SI COSTRUISCE OGGI, PARTENDO DA SOLIDE CERTEZZE

Oltre 60 giorni di lockdown, un’intera nazione come non l’avevamo mai vista: la ripartenza è la chiave per una ripresa ponderata e pesata rispetto ai protagonisti e alle forze politiche-economiche che entrano in gioco e proprio tale sentiment ha spinto al grande cambiamento il Fondo Previndapi: Carlo Salvati, titolare della SA.RI.COLD, azienda di Terni, specializzata in refrigerazione e condizionamento commerciale e industriale, Presidente di Confapi PMI Umbria e consigliere nella Giunta di Confapi nazionale, è il nuovo Presidente del Fondo Pensione, ed è proprio a lui che vogliamo rivolgere qualche domanda.
Alla luce della nuova nomina, arrivata in questo periodo molto difficile del nostro Paese, caratterizzato da un radicale cambiamento sociale ed economico, come interpreta l’impatto nel mondo previdenziale?
L’emergenza che l’Italia sta attraversando ha registrato notevoli ripercussioni nel mondo della previdenza: guardando i dati del Centro Studi del Professor Brambilla, uno dei massimi esperti nel settore della Previdenza, il numero dei pensionati post crisi COVID-19 aumenterà rispetto agli anni precedenti, arrivando ai livelli del 2003. I numeri parlano chiaro: l’ipotesi è quella di un aumento delle uscite a causa delle richieste delle pensioni anticipate e ciò vorrà significare che l’anno prossimo si potrebbero registrare circa 17 milioni di pensionati. La crisi delle aziende con eventuale ricorso ai licenziamenti, oltre all’accesso alla cassa integrazione, ora prorogata con il Decreto Rilancio, potrebbe essere sicuramente un incentivo per accedere alle pensioni: a questo punto, prevedo che Quota 100 finirà per fungere da ammortizzatore sociale, verso quei lavoratori in possesso dei requisiti, in una situazione di crisi economica per le aziende e del lavoro in generale a causa dell’emergenza COVID-19; registreremo inoltre più pensionati e meno persone che verseranno i contributi anche in considerazione delle ricadute sull’occupazione che il COVID-19 sta portando e porterà con sé. Tutto ciò, prevedo, con conseguenze non lusinghiere per il nostro Paese.
Ma parliamo ora della Sua nuova nomina come Presidente del Fondo Previndapi: può dirci nello specifico di cosa si occupa il Suo Fondo?
PREVINDAPI è il Fondo pensione per i Dirigenti e i Quadri Superiori della piccola e media industria costituito in attuazione degli Accordi Sindacali stipulati dalle parti istitutive CONFAPI e FEDERMANAGER.Il Fondo, che conosco molto bene per esserci come Amministratore fin dal 2014, prima come Consigliere e da ultimo come Vice Presidente, ha lo scopo di provvedere a prestazioni di natura previdenziale aggiuntive ai trattamenti pensionistici di legge nell’interesse degli aventi diritto ed opera in regime di contribuzione definita, trimestralmente versati dalle aziende e investiti in polizze assicurative che permettono una rivalutazione annua delle rendite. Nella lunga operatività, quest’anno si festeggiano i trenta anni dalla sua costituzione, ad oggi il Fondo conta oltre 4.000 i Dirigenti iscritti, registrando attualmente un rendimento medio annuo del 2,7% circa.”

Una battuta di chiusura: cosa dobbiamo imparare da questa emergenza e quali saranno i prossimi passi?
I mercati finanziari sono stati messi a dura prova durante l'emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del coronavirus, la cui volatilità ha influenzato inevitabilmente anche i rendimenti dei comparti dei Fondi Pensione; è auspicabile, dunque, una spinta definitiva verso un approccio sostenibile e responsabile, con l’obiettivo, difficile da realizzare, di creare valore per gli investitori e generare al contempo impatti positivi per l'ambiente e l'intera collettività. Il nostro Fondo, invece, che è mono comparto assicurativo, in caso di crisi economica ha la garanzia di restituire comunque i contributi versati, senza subire direttamente le oscillazioni negative dei mercati per via della gestione separata dei suoi investimenti, attraverso specifiche modalità di contabilizzazione dei titoli in portafoglio.  In definitiva i nostri Iscritti non si troveranno mai a dover subire eventuali scelte avventate che potrebbero riflettersi negativamente sulle singole posizioni perché il nostro Ente Previdenziale non è chiamato ad effettuare investimenti sul tema della gestione del rischio, in una logica di Risk Management ed in un mercato in cui si deve cominciare ad immaginare strumenti e processi innovativi sia in chiave sempre più predittiva che gestionale.”