Nell’ambito della Maratona On-Line con i Manager, tenutasi virtualmente sabato 2 maggio scorso, sotto l’egida di CIDA e Federmanager, il Presidente del Fondo Dr. Claudio Roberto Lesca ha espresso, nell’ambito della predisposizioni degli interventi per la piazza virtuale su come sbloccare e far ripartire l’Italia con il supporto dei manager, alcune idee focalizzandosi su aspetti ed obiettivi riguardanti la Previdenza Complementare e il suo ruolo sociale che realizza attraverso i Fondi Pensione.
L’iniziativa della Maratona Online è nata per dare spazio alla riflessione sull’emergenza Covid-19, così improvvisa e inattesa, la quale ha portato alla luce molti limiti progettuali e operativi del nostro Paese. In questo contesto, per affrontare al meglio la ripartenza, CIDA e Federmanager hanno ritenuto opportuno creare una catena di responsabilità diffuse con competenze e strumenti adeguati, in quanto tale catena di responsabilità nelle aziende passa necessariamente dai manager, portatori di competenze sulle strategie e sugli strumenti chiave per risollevare le sorti dell’imprenditoria italiana.
Sintesi del video del Presidente Previndapi.
1. Il must. Una priorità che deve guidare la ripartenza e la ripresa:
I Fondi Pensione dovrebbero fornire un aiuto economico ai manager e ai lavoratori impatti dal Covip-19 che hanno perso il lavoro, perché licenziati o perché l’azienda per cui lavoravano ha chiuso o è fallita. Il supporto potrebbe essere dato attraverso l’erogazione di una rendita periodica, fin tanto che il manager non riesca a riprende un rapporto di lavoro.
2. Il warning . Un problema o minaccia da risolvere, in relazione a uno specifico settore e/o “cross” per tutti i settori:
- Evitare che la natura giuridica dei Fondi Pensione (creazione di un risparmio che dia una rendita pensionistica ad integrazione di quella pubblica) sia snaturata, facendoli diventare principalmente degli “ammortizzatori sociali”, ad esempio attraverso l’uso di strumenti come l’attuale RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata), che consente di richiedere il 100% della propria posizione maturata presso il Fondo (con l’applicazione di una tassazione fiscale agevolata al 9%) da parte del lavoratore che ha cessato il rapporto di lavoro, se è a meno di 5 anni dall’età di pensionamento, o 10 qualora disoccupato da più di 2 anni.
3. La proposta. Un’azione da mettere in campo e come andrebbe realizzata, in relazione a uno specifico settore e/o “cross” per tutti i settori:
- a) Favorire l’erogazione della RITA per i manager e i lavoratori rimasti inoccupati (che non percepiscono già la pensione anticipata) e che raggiungeranno l’età pensionistica nei prossimi 10 anni, senza vincolo dei 2 anni di disoccupazione, con un limite di utilizzo fino al 50% (sempre applicando la tassazione agevolata del 9%). In questo modo al momento del pensionamento si potrà comunque godere di un’integrazione della pensione pubblica (che già oggi per i manager si stima sarà meno del 50% dell’ultima retribuzione percepita, e che mancando nel futuro di periodi di versamenti contributivi all’INPS, sarà ancora più bassa).
- b) eliminare, per i manager e i lavoratori rimasti inoccupati, e che non sono prossimi al pensionamento, l’attuale vincolo di iscrizione da almeno 8 anni alla previdenza complementare, al fine di poter richiedere l’anticipo del 30% per “altri motivi” sulla propria posizione.
Inoltre al contempo si potrebbe elevare tale percentuale fino al 50% (sempre applicando la tassazione agevolata del 9%).
In questo modo si aiuterebbero anche i lavoratori più giovani, in un momento di grave difficoltà del loro percorso professionale (che auspicabilmente ci si augura possa essere il più breve possibile).