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Previndapi a presentazione Rapporto Bilancio del Sistema Previdenziale

Un welfare generoso ma vulnerabile: sotto controllo la spesa previdenziale, insostenibile quella assistenziale. Queste sono le risultanze del V rapporto dell'ufficio studi itenerari previdenziali presieduto dal professor Alberto Brambilla.

Nel 2016, risultano in pagamento in Italia 4,1 milioni di prestazioni di natura interamente assistenziale (invalidità civile, accompagnamento, di guerra) e ulteriori 5,3 milioni di pensioni che beneficiano, in una o più quote, di parti assistenziali (maggiorazioni sociali, integrazioni al minimo, importi aggiuntivi). 

L'insieme delle prestazioni ha riguardato 4.104.413 soggetti, per un costo totale annuo di oltre 21 miliardi di euro (+502 milioni e +2,41% rispetto al 2015). A pesare sul disavanzo, in particolare, la gestione dei dipendenti pubblici, che evidenzia un passivo di ben 29,34 miliardi, parzialmente compensato dall'attivo di 2,22 miliardi del fondo pensione lavoratori dipendenti, il maggior fondo italiano, e dai 6,6 della gestione dei parasubordinati. È quanto emerso dal quinto Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali svoltosi lo scorso 21 febbraio a Roma e a cui hanno preso parte anche il presidente e il direttore di Previndapi, Claudio Lesca e Armando Occhipinti. 

Per queste prestazioni, secondo il Rapporto, non è però stato di fatto versato alcun contributo (o, a più, sono state versate contribuzioni modeste e per pochi anni). "In questa prospettiva – ha commentato Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali - separare la spesa Previdenziale da quella assistenziale è un 'esercizio' necessario su più fronti". Innanzitutto, a livello contabile, "perché consente – ha spiegato - di fare chiarezza su spese molto diverse tra loro per finalità e modalità di finanziamento, ma che troppo spesso sono impropriamente comunicate, come se fossero assimilabili tra loro". Rispetto al 2015 sono aumentati del 2,71% i contributi versati: si riduce quindi di 4,56 miliardi il saldo negativo di oltre 26 miliardi registrato nel 2015. Prosegue nel 2016 la riduzione del numero di pensionati, che ammontano a 16.064.508 unità, segnando il punto più basso dopo il picco del 2008. Tocca invece il massimo livello di sempre il rapporto tra occupati e pensionati, dato fondamentale per la tenuta di un sistema pensionistico a ripartizione come quello italiano. Con un numero di prestazioni in pagamento a propria volta in diminuzione, è interessante invece notare come il rapporto tra numero di prestazioni in pagamento e numero di pensionati sia pari a 1,43, dato più elevato dal 1997. Il rapporto tra numero di prestazioni in pagamento e popolazione tocca invece quota 2,638, di fatto una prestazione per famiglia (spesso di tipo assistenziale). 

Con riferimento al 2016 risultano in pagamento in Italia 4,1 milioni di prestazioni di natura interamente assistenziale (invalidità civile, accompagnamento, di guerra) e ulteriori 5,3 milioni di pensioni che beneficiano, in una o più quote, di parti assistenziali (maggiorazioni sociali, integrazioni al minimo, importi aggiuntivi). L'insieme delle prestazioni ha riguardato 4.104.413 soggetti, per un costo totale annuo di oltre 21 miliardi di euro (+502 milioni e +2,41% rispetto al 2015).